La Storia
Capitani di Parte Guelfa
Le piante dei "Popoli e Strade" e lo stato della viabilità del Granducato di Toscana, conservate all'Archivio di Stato di Firenze, sono state disegnate in occasione di una vasta operazione di ricognizione, descrizione e misurazione delle strade pubbliche del contado e del distretto fiorentino affettuata alla fine del secolo XVI. Queste data la loro importanza per la vita degli stati, erano annoverate fra i diritti considerati di pertinenza del Principe. Per la loro caratteristica raffigurazione è sicuramente da considerarsi come il primo catasto esistente, in quanto si possono vedere disegnate molte delle case esistenti in quell'Epoca. |
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Popolo di Pulicciano
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Centro urbano di Castelfranco alla fine del 1500
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Pieve romanica di Pian di Scò
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Le Origini de "I Camini"
RICERCA STORICA DEL FABBRICATO POSTO NELLA COMUNITA' DI CASTELFRANCO DI SOPRA POPOLO DI SANT'ANDREA A PULICCIANO PODERE DENOMINATO "IN POGGIO" La ricerca inizia prendendo visione del primo catasto particellare Toscano del 1826 e meglio conosciuto come CATASTO LORENESE eseguito dai francesi a cavallo fra il '700 e l'800 ed entrato in vigore nel 1826 che si trova depositato presso l'Archivio di Stato in Arezzo. Si tratta di rappresentazioni in scala 1:2500 assai attendibili, con l'indicazione grafica dei fabbricati e la suddivisione particellare dei terreni a seconda della varia cultura o natura degli stessi. Essendo questa la prima rappresentazione è possibile capire, sovrapponendola all'attuale catasto come si è modificato il territorio che ci riguarda. In alcuni casi il numero del foglio oppure le dimensioni della singola particella sono rimasti invariati sino ai giorni nostri. Individuato il numero della particella legata al fabbricato che all'epoca della rappresentazione catastale era diviso in due parti, si risale, attraverso i libri della lira della comunità di Castelfranco ai proprietari nell'anno 1826. |
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Per la parte rivolta verso la valle con angolo su Pulicciano, particella n° 129, proprietà PICCARDI GAETANO, CASPERO E MARIA di Angelo e Angelo a Caterina di Luigi così come si evince da una voltura "Arroto dell'anno 1815 n°3" che ci porta, per la parte suddetta alla copia dell'Estimo della Comunità di Castelfranco del 1776, compilata nel 1781 Tomo Secondo da pagina n*1496 a pagina n° 1502, da dove è possibile leggere una descrizione particolareggiata dei beni di proprietà PICCARDI ivi compreso il fabbricato. La ricerca si conclude per la parte Piccardi con un rimando al Catasto del 1714 descritto nel Gonfalone del LION D'ORO a carta 624 che si trova depositato presso l'Archivio di Stato di Firenze. Per la parte rivolta a monte con angolo verso Pian di Scò, particella n° 126, prorpietà VOLTERRA LEONE di Camillo Raffaello Abramo e Leone di Amaddio, così come si evince da una voltura "Arroto dell'anno 1817 n° 11" che ci porta per la parte suddetta alla copia dell'Estimo della Comunità di Castelfranco del 1776 compilata nel 1781 Tomo Primo da pagina n° 377 a pagina n° 385 da dove è possibile capire i vari passaggi che si sono succeduti nei vari anni, così meglio descritti: |
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- nell'anno 1817 entra in possesso della parte più grande del fabbricato, quella rivolta a monte con angolo verso Pian di Scò la famiglia Volterra, la quale acquista dal Regio Spedale di Santa Maria degli Innocenti di Firenze per la somma di 23.835 (ventitremilaottocentotrentacinque) Lire Toscane "Arroto del 1817" dove oltre al podere denominato in Poggio acquistava altri appezzamenti di terreni e un Fabbricato rurale posto il località Vallereggi. - nell'anno 1783 entra in possesso del bene suddetto il Regio Ospedale di Santa Maria degli Innocenti di Firenze proveniente dell'Opere Pie Poveri di Gesù Cristo nate dal lascito di Anton Vincenzo Fabbrini da Figline Valdarno, il Regio Spedale degli Innocenti di Firenze resta in possesso del podere con tutti i terreni per 34 anni dal 1783 al 1817. - nell'anno 1715, alla morte di Anton Vincenzo Fabbrini da Figline Valdarno (2 dicembre 1715), nascono per suo volere le Opere Pie Poveri di Gesù Cristo, entrando in possesso dei beni sopra descritti e quant'altro riportato nel testamento rogato da Messere Iacopo Vinci Notaro in data 5 maggio 1714 fede in filza n° 27. In quell'epoca era una pratica diffusa quella di istituire Opere Pie con lasciti si Signori Notabili al fine di aiutare le persone più povere e bisognose. Per più di mezzo secolo le Opere Pie gestiscono i beni di Anton Vincenzo Fabbrini. |
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- la ricerca si conlude per la parte Volterra con un rimando al Catasto del 1714 descritto nel Gonfalone DRAGO SAN GIOVANNI a carta n° 342 che si trova presso l'Archivio di Stato di Firenze.
Daniele Raspini
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Catasto Leopoldino